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Gestione dell’acqua in Provincia di Como:approvate le richieste del Comitato
Gestione dell’acqua in Provincia di Como: approvate le richieste del Comitato, esclusi i privati dalla gestione del Servizio Idrico Integrato.
Il 12 e il 13 giugno 2011 gli italiani e i comaschi hanno votato per la gestione pubblica dell’acqua.
Ad un anno dal referendum, nonostante il risultato ottenuto, il lavoro da fare è ancora tanto, nulla è dato per scontato. Il giorno 15 maggio il Consiglio Provinciale ha approvato il documento di inquadramento con il quale sono state delineate la forma e il processo di costituzione della società che dovrà gestire l’acqua nei prossimi decenni in provincia di Como. Come Comitato avevamo richiesto che fosse espresso in modo chiaro quanto deciso lo scorso dicembre sia dall’assemblea dei sindaci della provincia di Como che dallo stesso Consiglio Provinciale: ovvero che deve essere garantita la gestione totalmente ed esclusivamente pubblica dell’acqua. Gli organismi istituzionali avevano così deciso per
l’affidamento diretto “in house” (ovvero “in casa”) del servizio idrico integrato.
La versione iniziale del documento di inquadramento che è andato in discussione il 15 maggio non era chiaro in questa direzione, mentre il risultato del Referendum nazionale era esplicito: la gestione dell’acqua deve essere realizzata da aziende pubbliche al 100%.
Il Comitato aveva ribadito che la nuova società deve essere di esclusiva proprietà dei comuni, escludendo in maniera netta che l’azionariato si possa aprire, anche in futuro, a soggetti privati, cittadini o imprese.
A seguito degli emendamenti proposti dal Comitato, nella versione definitiva del documento di inquadramento (approvato dal Consiglio Provinciale) sono state espressamente indicate sia la forma totalmente pubblica (“in house”) della società di gestione sia la ripubblicizzazione delle società miste pubblico-private esistenti.
sabato 2 Giugno 2012 - LA REPUBBLICA SIAMO NOI
Roma, sabato 2 Giugno 2012 Ore 15.00 P.zza della Repubblica
LA REPUBBLICA SIAMO NOI - Manifestazione nazionale
per l'attuazione del risultato referendario, per la riappropriazione sociale e la tutela dell'acqua e dei beni comuni, per la pace, i diritti e la democrazia, per un'alternativa alle politiche d'austerità del Governo e dell'Europa
Ad un anno dalla straordinaria vittoria referendaria, costruita da una partecipazione sociale senza precedenti, il Governo Monti e i poteri forti si ostinano a non riconoscerne i risultati e preparano nuove normative per consegnare definitivamente la gestione dell'acqua agli interessi dei privati, in particolare costruendo un nuovo sistema tariffario che continua a garantire i profitti ai gestori.
11 maggio a Uggiate - Si scrive acqua si legge democrazia
Gestione dell’acqua in Provincia di Como:
Gestione dell’acqua in Provincia di Como:
l’azienda dell’acqua deve essere totalmente pubblica, nessuna apertura all’azionariato privato
Il Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica è stato ricevuto, lunedì 16 aprile, in audizione dai Capigruppo in Consiglio Provinciale.
In quella sede ha esposto il proprio parere in merito alla bozza di costituzione della società che andrà a gestire l’acqua (Servizio Idrico Integrato) di tutti i comuni della provincia di Como.
La delegazione del Comitato ha apprezzato positivamente l’orientamento emerso nel corso dell’incontro, ovvero la volontà da parte dei Capigruppo presenti, di conferire la gestione dell’acqua ad una società totalmente pubblica, aderendo così al risultato del Referendum nazionale del giugno 2011, che ha decretato che la gestione dell’acqua debba essere esclusivamente in mani pubbliche.
Il Comitato ha però avanzato alcune osservazioni sul testo elaborato, per ora in bozza, dalla Provincia. In particolare si è sottolineato come alcune parti del documento rischino di consentire una possibile apertura all'azionariato privato. Il Comitato ha chiesto che nel testo del documento vangano eliminati i riferimenti ad una non meglio definita “società conglomerata”; In tal senso il Comitato ribadisce che la nuova società debba essere di esclusiva proprietà dei comuni, escludendo in maniera netta che l’azionariato si possa aprire, anche in futuro, a soggetti privati, cittadini o imprese.
Il risultato del Referendum è chiaro: la gestione dell’acqua deve essere realizzata da aziende pubbliche al 100%.