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Gestione dell'acqua in provincia di Como: bisogna accelerare l'operatività di Como Acqua srl
«I sottoscritti - scrivono i delegati Cgil nelle aziende dell'acqua - intendono intervenire in merito al processo di affidamento della gestione dell'acqua al soggetto unico provinciale Como Acqua srl.
(riferimento: www.provincia.como.it/news/AFFIDAMENTO-COMO-ACQUA.html)
Precisiamo anzitutto che condividiamo il progetto di affidamento ad un unico soggetto, totalmente pubblico, così come previsto al Referendum sull'acqua votato dalla maggioranza degli Italiani nel 2011
Però a questo punto occorre accelerare il percorso di fusione delle società esistenti (e di cessione del ramo idrico per le aziende pluri-servizi); riteniamo che il percorso ipotizzato dall'ATO e dalla Provincia di Como, che si concluderà dopo il 2017, risulta troppo lungo e farraginoso.
Secondo noi occorre rendere operativa il prima possibile la società unica COMO ACQUA srl.
Inoltre il percorso deve avvenire con tutte le necessarie garanzie per i lavoratori del settore, i quali devono essere inquadrati con lo stesso contratto (gas-acqua) e con le stesse tutele.
Tutto quanto sopra a garanzia dei lavoratori stessi, ma soprattutto con l'obiettivo di migliorare il servizio di gestione degli acquedotti, delle fognature e dei depuratori, nell'interesse di tutti i cittadini e dell'ambiente».
I nuovi processi di privatizzazione e finanziarizzazione dei beni comuni
Firma e fai firmare la petizione
Il Governo Renzi vuole la privatizzazione dell'acqua: fermiamolo!
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Dal decreto “Sblocca Italia” alla legge di stabilità, passando per la “spending review”
Il Governo negli ultimi mesi ha definito come uno degli obiettivi principali: favorire, o meglio imporre, processi di fusione e aggregazione tra aziende che gestiscono i servizi pubblici locali.
La realizzazione di questo piano comporterà la definitiva consegna dell’acqua e dei beni comuni ai capitali finanziari.
Provera’ a farlo in 3 mosse:
1) il piano sulla "spending review" che punta alla razionalizzazione delle società partecipate dagli enti locali, seguendo lo slogan "riduzione da 8.000 a 1.000";
2) il decreto "Sblocca Italia" che arriva ad imporre di aggregare le aziende in un unico gestore territoriale, cioè le grandi multiutilities (come ACEA, HERA, IREN, A2A), di cui diverse già quotate in borsa;
3) la legge di stabilità costringe gli Enti Locali, ricattati e strangolati dai tagli, alla cessione delle loro quote al mercato azionario per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita.
Il Governo Renzi ha costruito una strada tortuosa con un intento chiaro, taciuto nel dibattito pubblico.
Si nasconde il reale obiettivo, ovvero la privatizzazione del servizio idrico, dei servizi pubblici locali e dei beni comuni, mettendo in un angolo Regioni ed enti locali.
Costruiamo insieme una campagna contro le privatizzazioni ed i monopoli privati, per una gestione pubblica e partecipata dei beni comuni e dei nostri territori.
Contro i ladri di democrazia riprendiamoci il futuro!
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Scarica una bozza di delibera da sottoporre agli enti locali per avviare un'interlocuzione e un'azione di pressione
Ugo Mattei e Alessandra Quarta - Pane quotidiano del 19/11/2014
La campagna referendaria del 2011 ha dimostrato che la maggioranza dei cittadini italiani considerano l'acqua un bene comune. Eppure restano ancora molto forti gli interessi privati intorno ai servizi idrici. I giuristi Ugo Mattei e Alessandra Quarta applicano al bene-acqua il dilemma tra pubblico e privato, e analizzando i casi di Parigi e Napoli disegnano una terza via, che eviti sia gli sprechi e la partitocrazia che la concentrazione di interessi.
FUSIONI ED AGGREGAZIONI SOCIETARIE L’ANTICAMERA DELLA PRIVATIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO
Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati Acqua Pubblica
Dal "decreto d'Agosto" 2011 alla spending review con lo slogan "da 8.000 a 1.000" di recente enunciazione da parte del Commissario Cottarelli.
Dallo Sblocca Italia alla Legge di Stabilità 2014, di prossima approvazione in Parlamento.
Il Governo Renzi vuole dimostrarsi perpetuatore della cancellazione dell'esito referendario del Giugno 2011 che ha incontrovertibilmente stabilito che la gestione del
Servizio Idrico Integrato (e dei Servizi Pubblici Locali) deve restare in mano pubblica, fuori dalle regole del mercato e del profitto.
Con gli ultimi due atti governativi si incentivano, infatti, i processi di fusione di società tramite la dismissione di quote gestionali appartenenti ai Comuni soci.
Per quanto riguarda il Servizio Idrico Integrato, lo Sblocca Italia impone una "UNICITA'" (a discapito dell'attuale "UNITARIETA'") di gestione: si prescrive l’affidamento ad un unico gestore, scelto tra quelli che già servono, a livello regionale (o al massimo a livello provinciale), almeno il 25% della popolazione residente. Alla faccia della concorrenza e del merito, si favorisce chi è già grande e potente.
La legge di Stabilità "concede" ai Comuni di costituire nuove società, cosiddette "in house", imponendo però loro l'accantonamento del corrispettivo economico gestionale in un apposito fondo. Nello stesso tempo si allettano comuni già strangolati da tagli feroci escludendo dal patto di stabilità interno i proventi derivati dalla “eventuale” vendita di quote in società partecipate. Proventi che comunque non potranno essere utilizzati per eventuali ri-acquisizioni di quote societarie (es. Ri-pubblicizzazioni di società miste: pubblico-private).
SIAMO DI FRONTE ALL'ENNESIMO (SUBDOLO) RILANCIO DELLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA!!
E' chiaro che i privilegiati di questa operazione sono i soggetti privati già presenti sul nostro territorio lombardo (come A2A S.p.a.) e nazionale (IREN S.p.a., HERA S.p.a. e ACEA S.p.a.): aziende multiservizi che non si lasceranno scappare questa nuova ghiotta occasione offerta loro dal governo Renzi per accaparrarsi ulteriori enormi fette di Servizi Pubblici Locali. Una volta che i servizi fondamentali saranno assunti da colossi di livello nazionale o sovranazionale i nostri sindaci avranno definitivamente perso ogni capacità di controllo ed influenza per determinare davvero come quei servizi devono essere svolti nei confronti dei loro amministrati.
I Comitati Acqua Lombardi rivendicano la gestione del Servizio Idrico Integrato attraverso aziende speciali (o consortili) che gestiscano l'acqua su bacini (o sotto
bacini) idrografici o per Aree Metropolitane. Noi consideriamo questa l'unica forma gestionale che garantisca la partecipazione attiva da parte di cittadini / utenti /
lavoratori del Servizio Idrico Integrato e che consenta di mantenerne la gestione il più vicino possibile al territorio dei comuni che le costituiscono, rivitalizzandone la
funzione civica nei confronti dei cittadini stessi.