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Raggiunto il quorum !
La Borsa dell'acqua
http://www.beppegrillo.it/2011/05/la_borsa_dellac/index.html?s=n2011-05-26
Il presidente della Nestlé Peter Brabeck ha affermato che l'acqua dovrebbe essere trattata “più come il petrolio”. Con il petrolio “è evidente cosa accade quando la domanda sale. Il mercato reagisce e le persone iniziano ad usarlo in maniera più efficiente”. Tutti a votare per i referendum. Togliamo l'acqua dalle mani dei partiti e delle lobby private di gestione.
"La Nestlè ha lanciato pochi giorni fa in Canada la proposta di creare una “borsa mondiale dell’acqua”, soggetta alle stesse regole della borsa per gli altri prodotti, che consentirebbe quindi a poche multinazionali di avere il controllo completo sull’acqua che finisce sulle nostre tavole, ma anche su quella che esce dal rubinetto, se l’acqua venisse privatizzata. Nestlè è l’azienda numero uno per il mercato mondiale delle acque minerali, quindi la proposta non è per niente disinteressata... (Solo in Italia sono parte del gruppo Nestlè le seguenti marche: Claudia, Giara, Giulia, Levissima, Limpia, Lora Recoaro, Panna, Pejo,Terrier, Pracastello, San Bernardo, San Pellegrino,Sandali, Tione, Ulmeta, Vera.). Se prima avevamo molti buoni motivi per andare a votare il referendum del 12 e 13 giugno per evitare la privatizzazione degli acquedotti, adesso ne abbiamo uno in più. Ovviamente i media non ne parlano.... facciamolo noi".
Le bandiere si posso esporre da balcone di casa!
La vicenda comincia a Novellara (RE) dove è circolata la "voce" di una multa salata per chi espone la bandiera dei due sì. C'è stato un pò di panico ma per fortuna Vincenzo Bruno del Movimento 5 Stellle di Parma ha trovato ... leggere e condividere. Grazie.
(19 maggio 2011)
A Novellara, Reggio Emilia, è vietato esporre alle finestre bandiere che invitano a votare Sì al referendum per l'acqua del 12 e 13 giugno. Nel comune l'opposizione di centrodestra ha ripescato una vecchia norma elettorale del 1956 per spingere i vigili ad andare di casa in casa e chiedere ai cittadini di togliere le bandiere, pena una multa salatissima che arriva fino a 1000 euro. Lucia Tironi di Radio Capital ha contattato il sindaco del Pd, Raul Daoli e gli ha chiesto cosa dice questa vecchia norma che lo sta mettendo in imbarazzo.
Fermi tutti, si tratta già di un caso risolto dalla Corte Costituzionale che dice in sintesi che in campagna referendaria non valgono le stesse regole delle campagne elettorali normali.
Eccovi la sentenza. Prego fatela girare e pubblicatela.
SENTENZA N.161
ANNO 1995
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE
"Fondate si prospettano, invece, le censure formulate nei confronti dell'art. 3, comma 6, quali risultano espressamente enunciate nel secondo motivo del ricorso o implicitamente desumibili dal primo.
La disposizione in questione prevede che, a partire dal trentesimo giorno precedente la data delle elezioni (o del referendum), è vietata ogni forma di pubblicità, anche se relativa a successive consultazioni elettorali o referendarie.
Tale norma viene censurata, con riferimento alle campagne referendarie, come incongrua, irragionevole e sproporzionata per quanto concerne il suo inciso finale (secondo motivo) e come irragionevole, comparativamente alla disciplina prevista per le campagne elettorali, nel suo complesso (primo motivo). ...In conseguenza della sua irragionevolezza ed eccessività la disposizione in esame viene, pertanto, a ledere la sfera di attribuzioni, spettanti ai sensi dell'art. 75 della Costituzione, ai ricorrenti e va, di conseguenza, annullata."
Potete anche cercarla direttamente sul sito della Corte inserendo anno e nr di sentenza.
http://www.cortecostituzionale.it/actionPronuncia.do
Vincenzo Bruno
M5S - Parma